Questo articolo è buggato
Ti sarà sicuramente capitato di navigare su un sito o su un’app e di riscontrare qualcosa di inatteso, che ha tutta l’aria di essere un malfunzionamento. Ecco, con ogni buona probabilità, hai fatto la conoscenza di un bug.
Un insettino fastidioso che mina la stabilità di un software o di un componente hardware, modificando in modo più o meno esteso l’esperienza di utilizzo dell’utente. Può limitare le azioni che si possono fare su una piattaforma, impedire lo svolgimento di alcune operazioni, nei casi peggiori può anche mandare in crash l’intero sistema.
Che cosa genera un bug? In genere è un errore di scrittura nel codice, che si può risolvere con un semplice aggiornamento oppure con un intervento più esteso. Del resto errare è umano e, fino a prova contraria, i programmatori sono umani… più o meno tutti. Se ti consola, però, ogni volta che viene segnalato un bug un programmatore piange perché deve controllare e testare di nuovo il codice.
Cosa c’entrano gli insetti?
Ti sei mai chiesto perché una falla nel sistema venga definita bug? In inglese un “bug” altro non è che un piccolo insetto, mentre il verbo “to bug” esiste anche nell’accezione di “infastidire”. Potremmo fermarci qui, mistero svelato. Un errore nel codice è una vera seccatura.
In realtà, la storia di questa espressione così singolare è un po’ più sfaccettata. Pare che risalga perfino agli anni ‘70 dell’Ottocento, quando niente di meno che Thomas Alva Edison la utilizzava nella sua corrispondenza. In una lettera conservata presso la Swann Auction Gallery (New York), il celeberrimo inventore scrive al presidente della Western Union William Orton:
“You were partly correct, I did find a ‘bug’ in my apparatus, but it was not in the telephone proper. It was of the genus ‘callbellum.’ The insect appears to find conditions for its existence in all call apparatus of telephones.”
In anni più recenti, però, c’è stato qualcuno capace di utilizzare il termine alla lettera. Era il 9 settembre 1947, quando il tenente Grace Hopper e i suoi colleghi capirono il motivo del malfunzionamento del Mark II (un computer elettromeccanico). Smontando l’elaboratore, trovarono una falena – ormai deceduta da un po’ – che si era incastrata tra i circuiti.
Nel resoconto della giornata, il tenente Hopper appiccicò la falena con del nastro adesivo alla pagina e scrisse:
“First actual case of bug being found.”
Il Millennium Bug e altri tragicomici risvolti nella realtà
Nella notte tra il 31 Dicembre 1999 e il 1° Gennaio 2000 una catastrofe annunciata rischiava di mettere in ginocchio il mondo dell’informatica. I computer più datati, infatti, segnavano gli anni utilizzando solo due cifre (es. il 1975 diventava ‘75). Con il passaggio al nuovo millennio si sarebbero create non poche ambiguità con potenziali errori di ordinamento all’interno dei database.
Per fortuna i danni furono limitati, anche perché l’allarme era stato dato già a partire dal 1985. Nonostante ciò, il Millennium Bug è entrato nell’immaginario comune come un evento apocalittico, anche grazie alla risonanza data dai mezzi di comunicazione dell’epoca.
In altri casi, però, le conseguenze sono state inevitabili. Ecco qualche bug che è passato alla storia per i suoi effetti indesiderati:
- il caso del Mariner 1: è stata la prima sonda spaziale lanciata da Cape Canaveral verso Venere. Correva l’anno 1962 e un programmatore si era dimenticato di mettere un trattino nel codice. La sonda sbagliò traiettoria e puntò dritta verso la Terra. La NASA fu costretta a far saltare per aria 19 milioni di dollari per evitare la collisione.
- il bug del St. Mary’s Mercy Hospital: nel 2003 per un errore del sistema informatico, 8.500 pazienti furono dichiarati morti a loro insaputa. Peccato che la comunicazione raggiunse anche le loro assicurazioni e gli enti di previdenza sociale.
- l’epidemia virtuale di World of Warcraft: l’origine del glitch fu l’introduzione del raid Zul’Gurub e del suo boss Hakkar, che poteva diminuire i punti vita dell’avversario e dei personaggi circostanti. Tuttavia, un bug faceva in modo che l’incantesimo “infettasse” anche animali e PNG e ben presto si diffuse in tutto il gioco, dando vita a un’ecatombe. L’epidemia fu così realistica, che gli epidemiologi studiarono le dinamiche di gioco per scoprire come si sarebbero comportate le persone in caso di un attacco biologico o di una pandemia nel mondo reale.
Insomma, i bug sono tra noi, ma niente paura: nel 95% dei casi sono innocui e basta qualche fix e un po’ di debugging per risolverli.