Scrivere per il web è più che scrittura
Ci sono alcuni luoghi comuni che negli anni hanno dato vita a “credenze popolari” riguardo ai contenuti testuali pubblicati su siti, blog, app… Un esempio? Il classico “Su Internet bisogna scrivere poco perché la gente non legge.”
La questione della scrittura online, però, è più articolata di quello che si può pensare. Vediamo, allora, più nel dettaglio con che cosa abbiamo a che fare ogni volta che navighiamo online.
Tante discipline diverse
Copywriting è il termine generico che si usa per rivolgersi alla scrittura online. Si tratta di una generalizzazione un po’ semplicistica, che potremmo definire quasi una sineddoche: il copywriting, nello specifico, è la sola scrittura a scopo commerciale sia online che offline. Si rivela, molto, utile però quando si vuole farla breve: “Cosa fai di lavoro?” “Sono un copywriter”.
Le discipline della scrittura online, infatti, sono tante e spesso (soprattutto nelle agenzie più piccole) vengono esercitate da un’unica persona camaleontica. Eccone alcune delle principali:
- marketing: soprattutto quando si creano testi a scopo pubblicitario (che siano DEM, post social, annunci sponsorizzati…), è importante padroneggiare
- copywriting: ovvero scrittura a scopo commerciale, finalizzata a raggiungere uno scopo
- web design: indispensabile per dare un contesto a quanto scritto
- UX writing: è la disciplina che permette di individuare i giusti micro-copy per facilitare gli utenti nella navigazione di un sito/app
- blogging: scrivere blog post ha spesso una valenza SEO, ma devono essere redatti in modo da garantire una lettura fluida e piacevole
- scrittura di newsletter e DEM: l’email marketing è un valido alleato delle strategie commerciali più disparate
- data entry e aggiornamento di siti/app: conoscere il funzionamento dei CMS più utilizzati, oltre a avere una competenza base di HTML e CSS, sono skill che un buon copywriter deve avere
- SEO writing: come accennato, spesso le scelte di stile e contenuto sono soggette alle più tecniche richieste SEO. Bisogna, quindi, trovare il giusto compromesso tra creatività e tecnica
- Social media: creare campagne social non significa solamente postare contenuti efficaci, ma anche pianificare la strategia e monitorare gli insights
- redazione di manuali/FAQ, ecc..: chi più ne ha, più ne metta! In realtà non c’è limite al tipo di contenuti che un copywriter può scrivere sul web!
Una questione di eleganza
Immagina di essere alla ricerca di un tagliaerba e di voler confrontare un po’ di modelli su Internet. Atterri su un sito e-commerce specializzato in attrezzi da giardino e vai all’elenco dei tagliaerba disponibili. Ne hanno tanti! Peccato che… non ci siano grassetti, i testi sono tutti della stessa misura e non c’è abbastanza spazio tra un modello e l’altro. Fai fatica a leggerlo. A questo punto abbandoni il sito e vai a quello successivo, dove trovi subito l’informazione che cercavi.
L’aspetto del testo fa la differenza! Il copywriter, in genere, collabora a stretto contatto con l’art director del team creativo per migliorare la leggibilità dei testi e mettere in evidenza le parti a cui si vuole dare importanza. È come un paso doble: il lavoro di copywriter e art director si incontra, si allontana e si scontra per dare vita a un contenuto di alto impatto visivo e capace di portare il lettore fino alla fine del discorso e/o di direzionare la sua attenzione verso le parti che richiedono una sua azione (form, call-to-action…).
Cosa significa questa collaborazione in concreto? Ecco qualche esempio:
- grandezza: il layout grafico ha delle dimensioni precise e il testo deve adattarsi di conseguenza. A volte, però, è il layout che si deve adattare al testo. In ogni caso, bisogna trovare un compromesso tra grafica e testo.
- spazio: un testo lungo e compatto potrebbe spaventare i lettori. Bisogna mettere degli spazi e “farlo respirare”
- font: a seconda del target e dello stile scelto, l’art director applicherà un certo font a quanto scritto
- dimensioni: i tag H1, H2, H3… hanno una funzione SEO e creano una gerarchia all’interno del testo. Per esempio, il tag H1 corrisponde al titolo, il tag p al paragrafo semplice e così via. Graficamente, poi, è possibile attribuire a ciascun tag uno stile tramite codice CSS.
Non dimenticarti di festeggiare le Giornate mondiali del CAPSLOCK
Ebbene sì, ce ne sono addirittura due: il 22 ottobre e il 28 giugno di ogni anno tutti i post sui social vanno scritti in maiuscolo e accompagnati dagli hashtag ufficiali #CAPSLOCKDAY e #InternationalCapsLockDay.
Il maiuscolo, infatti, è diventato sinonimo di urlato nella comunicazione scritta. Si è passati, quindi, da testi scritti a testi visivamente parlanti. Tanto, che c’è chi sconsiglia di usare eccessivamente il maiuscolo nei post social, perché potrebbe essere percepito come un’imposizione (è difficile non sentire chi urla, anche volendolo), un tentativo forzato di attirare l’attenzione degli utenti.
Perché festeggiare, allora, le giornate del MAIUSCOLO? Il 28 giugno è l’anniversario di morte del televenditore americano Billy Mays, molto conosciuto per aver fatto delle urla una strategia di vendita vincente. Il 22 ottobre non sembra essere il giorno di una ricorrenza particolare, ma sono ormai più di vent’anni che funge da pretesto per prendere in giro chi abusa dei caratteri maiuscoli in barba alla netiquette.
Quindi non dimenticarti di festeggiare il maiuscolo anche tu alla prossima occasione! Cosa aspetti? Schiaccia il tasto CAPSLOCK!