Monforte srl
La tecnologia NFC e i suoi utilizzi in ambito aziendale

NFC: cosa significa e come funziona

Si dice che lo strato che fino a poco tempo fa divideva il mondo digitale da quello reale si stia dissolvendo. 

Chi si occupa di software cerca di rendere sempre più fluida l’esperienza di utilizzo degli utenti, con un passaggio pressoché impercettibile tra i due mondi. Un esempio? Pensa alle app per ordinare online piatti take away: entri nel menu, fai il tuo ordine, lo ritiri al ristorante e poi tornerai se vuoi a dare un feedback sull’app o su una piattaforma di rating.

In questo continuo scambio di battute tra reale e digitale, c’è una tecnologia che riesce quasi ad azzerare del tutto la percezione di due realtà separate, perché si avvale di device concreti per inviare un messaggio digitale ad altri supporti: si tratta della Near Field Communication.

Che cosa significa Near Field Communication?

Near Field Communication (NFC) è il nome che identifica la comunicazione di prossimità. La tecnologia NFC, infatti, permette il riconoscimento di due dispositivi posti a una distanza massima di 10 cm l’uno dall’altro, in modo da attivare uno scambio bidirezionale di dati

Esistono già altri modi per ottenere un risultato simile: basti pensare al Bluetooth, agli iBeacon, ai QR code e alla tecnologia RFID. Tuttavia, la Near Field Communication si presenta come uno strumento versatile, pratico e più sicuro rispetto ad altre forme di connettività. 

Prima di tutto, la tecnologia NFC consente una migliore user experience: non richiede l’utilizzo di particolari applicazioni di lettura, né l’inserimento di codici di riconoscimento. È sufficiente avvicinare i due dispositivi (un initiator e un target) per generare una connessione  tra i due elementi ed entrambi possono inviare e ricevere dati. 

Dal momento che la comunicazione avviene a corto raggio, si riducono le possibilità di hackeraggio da parte di malintenzionati: dovrebbero trovarsi in un raggio massimo di 10 cm da dove sta avvenendo lo scambio dei dati per approfittare della situazione, destando inevitabilmente sospetti. 

Per quanto riguarda la versatilità di utilizzo, la tecnologia NFC può essere impiegata in diversi modi: 

  • modalità reader/writer: interazione tra un dispositivo NFC e un tag NFC. Il dispositivo legge i dati contenuti sul tag o li scrive;
  • modalità Peer-to-Peer: scambio bidirezionale di dati tra due dispositivi (ad esempio, tra due smartphone accostati);
  • modalità card emulation: il dispositivo NFC emula una o più smart card, funzionando nello stesso modo per il trasferimento di denaro;
  • modalità wireless charging: i chip NFC possono essere usati per trasferire fino a 1 W di potenza; questa modalità è adatta per piccoli device IoT.  

Un altro aspetto che rende la tecnologia NFC particolarmente versatile, soprattutto in relazione alla modalità reader/writer, è la possibilità di scegliere tra una grande varietà di tag che contengono i chip. A seconda delle esigenze, i tag possono assumere le forme più svariate (dal badge aziendale al portachiavi), possono essere realizzati in diversi materiali (in PVC o in materiali flessibili, resistenti alle alte temperature e alle intemperie, schermati per funzionare anche su superfici metalliche, ecc.) e personalizzati nell’aspetto (con il proprio logo oppure con tinte neutre per non interferire con l’ambiente circostante, ecc.). Insomma, i tag possono essere posizionati pressoché ovunque. 

NFC significa anche Nuovo Fenomeno Comunicativo? 

Non proprio. La tecnologia NFC era stata sviluppata già a partire dai primi anni 2000 come evoluzione della tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) dall’azione congiunta di Philips, LG, Sony, Samsung e Nokia. Perché allora si è cominciato a parlarne diffusamente solo negli ultimi anni? Uno dei motivi principali è l’aumento e lo sviluppo dei supporti disponibili e, quindi, la moltiplicazione delle possibilità di utilizzo. 

A partire dalla versione 2.3.3 del sistema operativo Android, infatti, gli smartphone prodotti dalla fine del 2010 ad oggi includono al loro interno un chip NFC che consente l’impiego della tecnologia a un bacino d’utenza imponente. Per quanto riguarda iOS, invece, NFC è disponibile anche al di fuori del sistema di pagamento Apple Pay solo dal 2018 circa. 

L’innovazione non risiede tanto nella tecnologia NFC, quanto nel modo in cui essa viene usata. 

Gli ambiti di utilizzo sono numerosissimi: trasferimenti di denaro contactless, passaggio di dati e contenuti multimediali tra dispositivi… Ecco nel dettaglio un esempio di come sfruttare al massimo la tecnologia NFC. 

Abbiamo detto che i tag NFC possono essere inseriti in diversi tipi di supporto. Nulla vieta, quindi, di inserirlo all’interno del badge aziendale per permettere agli utenti di ritirare il proprio pasto in mensa. Dopo aver fatto un ordine sull’app dedicata, gli utenti possono recarsi direttamente al bancone della mensa e passare il proprio badge sul lettore NFC. Il lettore può essere collegato a un tablet con doppio schermo: da un lato, gli utenti vedono un riassunto del loro ordine, dall’altro l’operatore di cucina visualizza il nome dell’utente e altre informazioni utili. Non appena ritirato, gli utenti ricevono una notifica che li informa dell’aggiornamento dello stato del loro ordine.

In un mondo che si trasforma in fretta, la tecnologia NFC trova terreno fertile per proliferare ed affermarsi con un valore aggiunto per le aziende con una vocazione innovativa. Il costo ridotto, inoltre, la rende accessibile anche alle piccole e medie imprese, che possono beneficiare dei suoi vantaggi per ottimizzare i propri processi organizzativi o la propria offerta. 

Chi ha detto che l’innovazione tecnologica debba essere un privilegio per pochi? 

botmon
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